Room Notes – Un pizzico di cicoria e fieno
di Giuseppe Filieri
Cari Appassionati,
Questo più che un articolo è una lettera aperta a voi tutti, ma perché mai? Forse perché in questo periodo di parole scritte, lette e parlate se ne sono dette fin troppe e allora perché non aggiungerne qualcuna in più?
Assodato questo inutile preambolo, veniamo al dunque: abbiamo ancora la forza di poter fare qualcosa di concreto o per lo meno di provare a cambiare lo status quo del mondo pipario in cui viviamo?
Lasciamo spazio alla perversione degna di un buon Tafazzi o spostiamo anche solo l’asticella di qualche millimetro? In definitiva, ci muoviamo tutti insieme verso un miglioramento comune o gridiamo “Italia, Italia” solo alle partite?
Bene, lasciate che vi spieghi.
Partiamo dalle basi: quali sono gli elementi fondamentali per un fumatore di pipa? Pipa, accendino (per i più snob fiammifero), pigino e soprattutto tabacco. OH NOOOOOO!!! ABBIAMO NOMINATO IL MOSTRO!?!??!?! Sì, il Mostro con la M maiuscola, il male dell’epoca contemporanea e il Caronte che ci traghetta verso l’altra riva.
Orbene, assodato che il tabacco faccia male e nessuno a questo possa opporsi, riusciamo a fare uno sforzo in più e capire cosa c’è di diverso tra noi e il mondo del “fast-smoke” (scusate l’inglesismo, ma in questo caso è d’obbligo, lo richiede l’etichetta)?
Perché la pipa non è fast-smoke? Sì, d’accordo, c’entra il fatto che la sigaretta la fumi in un minuto e mezzo e per la pipa ci vogliono almeno tre quarti d’ora (anche di più, se includiamo scelta della pipa, del tabacco e caricamento, e poi la pulizia finale), ma non è solo lì. La sigaretta, lo svapo, passano e non ti lasciano niente, la pipa è un’esperienza sensoriale, emotiva, intimista, introspettiva, la pipa è cerica anche quando è vuota.
La sigaretta è un vizio, la pipa è cultura, una cultura che rischiamo di vedere fortemente menomata, travolta dalle politiche di tutta l’erba un fascio.
A questo punto io mi chiedo e vi chiedo, abbiamo la forza e il coraggio di capire che se non facciamo squadra, ma anche righello (perdonate la battuta da quinta elementare) fumeremo solo la cicoria e il fieno del nostro amico contadino? Capiamoci o sforziamoci di farlo, siamo pochi, sì, ma anche gli Spartani alle Termopili erano solo 300 contro Serse, che era considerato una divinità e con sé aveva centinaia di migliaia di uomini. Scusate, il mio spirito spartano-tarantino viene a galla.
Cari compagni di fumate, molto è lì e lo si sta facendo e per questo ringrazio il Pipa Club Italia per quello che sta facendo su più fronti per la pipa, per esempio con la pratica UNESCO per il riconoscimento della pipa italiana come patrimonio immateriale dell’umanità, solo per citare una cosa, ma noi abbiamo la stessa forza e costanza? Abbiamo il vero quid per rafforzare la nostra autoconsapevolezza? Altrimenti “SIC TRANSIT GLORIA MUNDIT” (il Sig. GOOGLE conferma che si scrive così e in un qualsiasi dialetto italiano avrebbe perso forza poetica).
Vi lascio con le parole di un grande scienziato e filosofo contemporaneo, Albert Einstein: “Credo che il fumo di pipa contribuisca a un giudizio un po’ calmo e oggettivo in tutte le faccende umane.”
Giuseppe Filieri