Il Giappone perde il suo numero uno: ci lascia il Maestro Tokutomi
di Pasquale Amoruso
Partiamo da un semplice concetto: Hiroyuki Tokutomi non era un mero pipemaker, era un artista geniale, un compositore virtuoso. Hiroyuki Tokutomi era un semidio della pipa.
Negli anni ’70 del Novecento è stato allievo di Sixten Ivarsson, padre della scuola Danese, che proprio in quel periodo stava rivoluzionando l’arte di fare pipe. Presso Ivarsson si forma insieme a Bo Nordh, Lars Ivarsson e Jess Chonowitsch, al punto di essere considerato lui, giapponese, uno dei pilastri della scuola danese.
A differenza dei suoi tre colleghi europei e del suo maestro, tuttavia, l’arte di Tokutomi è fortemente impregnata dell’estetica e della filosofia giapponese. Non a caso ho usato il termine “compositore”, riferendomi al maestro: Tokutomi fu uno dei primi a concepire e sviluppare un’estetica della pipa che andasse oltre la somma delle sue parti, ma che avesse senso e bellezza solo nel suo insieme, proprio come una composizione, un concetto tipico delle forme di arte giapponese, come ad esempio l’ikebana. Voi direte: “una pipa in cui tutti gli elementi sono in armonia? Ma è la base!”, certo, è la base oggi, nel 2025, perché Tokutomi l’ha sviluppato negli anni’70. Nelle sue pipe sviluppa giochi di forme tra bocchino e cannello che hanno senso solo se visti insieme, crea linee che si ripetono uguali come rime in punti diversi della pipa.
Seppure allievo della scuola danese, Tokutomi se ne distacca fortemente, entrando anche in aperto contrasto con gli insegnamenti di Sixten Ivarsson. L’esempio più alto di questo è la Blowfish. Noi dobbiamo a Tokutomi la concezione moderna della pipa Blowfish, con le sue linee morbide, flessuose e soprattutto asimmetriche. Per Ivarsson, la Blowfish, che lui chiamava Disk, doveva avere una sua simmetria: le guancette del fornello potevano anche divergere, ma una linea retta, rigidamente tracciata dal dente del bocchino alla base del fornello, doveva necessariamente essere la “spina dorsale” della pipa per aiutare l’occhio a sostenere un equilibrio visivo.
Quello che per Ivarrson era una verità scolpita nella roccia, Tokutomi la commenta con: “Io non penso sia così importante”.
Figlio dell’estetica giapponese, che guarda le linee della natura e in natura poche cose sono perfettamente simmetriche, Tokutomi ritiene che l’equilibrio non debba necessariamente essere sostenuto da linee dritte e che anche le linee curve e asimmetriche hanno una loro coerenza. Curva la spina dorsale della Disk di Ivarsson e ne decentra il cannello (lesa maestà). Tokutomi combina linee flessuose e rigide per creare un nuovo equilibrio visivo.
Il Maestro Hiroyuki Tokutomi ci ha lasciati lo scorso 27 gennaio, Decisamente il Giappone perde il suo numero uno, ma tutti noi, nel resto del mondo, non siamo meno orfani.