Quando una pipa si spezza
di Pasquale Amoruso
“Siamo i giocattoli della tolleranza, ma anche il giocattolo più tollerante prima o poi si rompe“. È una frase di Gandhi e io l’ho sempre trovata troppo sfacciata ma oggi mi rendo conto che è vera: siamo giocattoli della tolleranza, qualcuno più forte, qualcuno più fragile.
Siamo come pipe imperfette in un mondo fatto di apparenza, da fuori siamo bellissime e fumiamo anche bene, ma nascondiamo delle crepe, invisibili all’esterno ma che all’interno si allargano e lentamente ci logorano. Noi ci sforziano per fumare bene, per nascondere le nostre imperfezioni e apparire perfetti, ma è proprio questo sforzo che sosteniamo da soli a logorarci.
Alessio era una persona buona, un’anima pura. Oh, non fraintendetemi, quando si incazzava era un animale, non sapeva litigare e diventava intrattabile, ma solo perché Alessio era una persona passionale e pulsionale e proprio vivendo delle sue passioni e trasportato dalle pulsioni, era capace di enormi slanci di affetto e di fiducia incondizionati (e infatti, un paio di volte qualcuno ne ha approfittato). Che ve lo dico a fare? Lo avete conosciuto, anche solo superficialmente, dai suoi video, era un cuor contento, sempre sorridente… O forse gli illusi siamo noi, a credere che quello che i social ci mostrano sia la realtà, a credere che se qualcuno si mostra sempre sorridente, non sia indebolito dalle sue crepe.
Alessio era un ragazzo pieno di passione e di passioni: innanzitutto quella per la “principessa Dora”, quella per la fotografia, per le macchine da scrivere, per le armi da fuoco e ovviamente per le pipe. Diciamocelo dai, su certi argomenti eri un po’ “naif”, non te l’ho mai detto anche perché non aveva importanza: non hai mai avuto la presunzione di “insegnare” con i tuoi video, semmai di condividere le tue passioni e lo spirito gioviale con cui affrontavi l’argomento, l’orgoglio con cui mostravi le tue pipe, la placida allegria con cui presentavi tutte le tue passioni… Era un piacere starti ad ascoltare. Mi rilassavo davanti ai tuoi video perché eri semplice e gioviale. Non permettervi a nessuno che avesse un cuore umano nel petto di non volerti bene.
Alessio non sapeva litigare, era un pulsionale e un giovedì mattina le sue pulsioni hanno avuto il sopravvento. La paura di perdere la sua mamma, di dover affrontare nuovamente il calvario di dolore che aveva già affrontato con la morte del suo papà, la paura di restare solo, come crepe nella radica si sono allargate nel suo animo fragile. La pipa si è spezzata.
Amico mio, quanto vorrei che avessi avuto sotto mano una delle tue pipe in quel momento, invece che una delle tue pistole. E invece ci hai lasciati soli, in preda ai rimorsi: se solo ci fossimo sentiti per telefono! Se solo ci avesse detto! Quella citazione di Winnie the Pooh, sul tuo profilo Facebook, avremmo dovuto capire!
Probabilmente non sarebbe servito a nulla, se neppure il pensiero della tua Dora, che amavi quanto la tua mamma, ti ha salvato in quel momento.
Alessio non c’è più. A noi che restiamo qui, scossi e addolorati per la sua perdita, non resta che una cosa da fare: accendere una pipa, ricordarlo con affetto e piangere in silenzio, ma poi asciugarci gli occhi e sanare le nostre crepe.
A chi ha banchettato sul suo corpo per non perdere l’occasione di sputare un po’ di veleno o aggiudicarsi qualche visualizzazione (e ce n’è stato più di uno), dico: potete aver cancellato i post, i video dalle vostre pagine, ma dalla vostra anima non lo laverete mai e queste, generalmente, sono cose che si pagano, non in un altra vita, ma qui, su questa terra.
Ciao Alessio, le pipe spezzate non fumano più, ma sai come siamo noi fumatori di pipa: noi non dimenticheremo e passeremo gli anni a venire ricordando quanto era bella quella pipa e quanto fumava bene.
Riposa in pace povero ragazzo. La terra ti sia lieve
♥️♥️♥️