Il Maestro delle pipe senza il marchio: riconoscete l’arte, quando la vedete?

Di Pasquale Amoruso

Avete presente le “pipe da cesta”? Pipe a volte anche molto belle ma smarchiate, anonime (nel vero senso del termine), di valore inferiore, insomma pipe che non prendereste in considerazione per farvi o per fare un regalo.

Ebbene, nel 2007, in un freddo mattino di gennaio, un uomo arriva alla stazione della metropolitana Enfant Plaza, a Washington, è l’ora di punta. Si ferma in una zona di passaggio molto trafficata e tira fuori da una custodia nera un violino. L’artista di strada suona il suo strumento per circa tre quarti d’ora, eseguendo brani di una complessità straordinaria e di un altissimo virtuosismo davanti a più di mille passanti della stazione, raggranellando un totale di 32 dollari e 17 cents. La gente per lo più lo ignora, a stento si accorge della sua presenza. 
Il fatto è che quello non è un qualsiasi artista di strada: si tratta del maestro Joshua Bell, uno dei più importanti violinisti della storia, e quello che suona non è un comune violino da poche decine di dollari, ma lo Stradivari Gibson, uno strumento realizzato nel 1713, dal valore stimato di 4 milioni di dollari.
L’esperimento sociale, organizzato da due giornalisti del Washington Post, tende a dimostrare come le persone non siano capaci di riconoscere la bellezza senza dei “punti di riferimento”, senza un contesto specifico o qualcuno che dica loro: “Ecco, questa è arte”.

Il maestro esegue la Chaconne di Bach, il brano per violino più bello e strutturalmente perfetto che esista (avete presente? Quello che fa taraaaaaà, taraaaaaà! parapara nana nanana… Ah, già, per scritto non si sente), la gente gli passa davanti ed è semplicemente disinteressata, solo in cinque o sei si fermano per qualche minuto ad apprezzare lo straordinario spettacolo artistico. Alcuni di loro arriverebbero a pagare anche 500 dollari per assistere alla stessa performance dello stesso artista con lo stesso strumento, in un teatro, ma quando questi suona gratuitamente per la strada, banalmente lo ignorano. 

Sì, fantastico, tutto molto interessante, ma che c’entra con le pipe da cesta?
Beh, noi appassionati di pipe sapremmo apprezzare la bellezza di una pipa indipendentemente dalla sua punzonatura? Costantemente capita di vedere grattaradiche della peggior specie osannati come maestri dell’arte piparia solo perché sanno vendersi bene. Davanti a pipe storte, con forme classiche mal eseguite, o che presentano madornali errori di realizzazione o con legni seriamente danneggiati ma vendute (e soprattutto acquistate) a centinaia e centinaia di euro solo perché accompagnate da una storia intrigante o marchiate da un nome famoso, viene da chiederci: ma sappiamo davvero riconoscere l’arte o ci basta che qualcuno ci dica: “Ecco, questa è arte”?

A questo punto vi svelo un piccolo segreto, qualcuno di voi lo sa già. C’è un artigiano in Italia, un famoso artigiano italiano, uno di quelli osannati a giusto titolo, le cui pipe sono vere opere d’arte apprezzate in tutto il mondo e il cui nome viene pronunciato con rispetto dai suoi colleghi. Insieme alle sue pipe più famose, questo artigiano produce una linea di pipe dello stesso pregio e bellezza ma, a differenza delle prime, su queste non appone nessun marchio, nessuna punzonatura.
Nulla che possa ricondurre queste pipe al suo creatore, niente che possa distinguere queste da una comune pipa da cesta, se non la bellezza, l’arte.

Queste pipe vengono prodotte in un numero limitato e distribuite ai rivenditori a prezzi più “accessibili” rispetto al normale listino dell’artigiano (ma decisamente più alti rispetto a una pipa smarchiata) e vengono vendute, dietro precisa istruzione dell’artigiano, senza rivelarne l’autore e proposte non come pipe da cesta, ma appunto come smarchiate.
Questa è una precisa decisione del pipemaker per far sì che queste sue creazioni vengano acquistate da chi apprezza il marchio e non il nome o il contesto, da chi non ha bisogno di qualcuno che gli dica: “Ecco, questa è arte”.

Questa storia è assolutamente vera, ve lo giuro sulla testa di mia suocera, e ovviamente non vi dirò di chi si tratta, non avrebbe senso (non chiedetemelo, tanto è inutile, piuttosto vi dico chi ha sparato a Kennedy), il punto non è fare pubblicità a un artigiano che non ne ha certo bisogno, dal momento che mette in atto questa operazione, e badate bene che se qualcuno si alza e dice: “Quell’artigiano sono io”, state tranquilli, non è lui, perché Lui non lo farebbe mai.
Il punto è che se negli ultimi
anni avete snobbato una pipa in vendita, guardata frettolosamente o giudicata con sufficienza solo perché presentata come pipa smarchiata, e magari addirittura ritenuta persino troppo costosa per una pipa anonima, forse avete avuto tra le mani un’opera d’arte e non l’avete riconosciuta. Perciò la domanda è: entrando in una tabaccheria, se il tabaccaio vi mettesse davanti tre pipe marchiate di tre artigiani famosi e tre pipe smarchiate, voi quali guardereste?