Il Balkan Sobranie, l’unico tabacco al mondo con il trigesimo
di Paki Amoruso
Siamo qui riuniti, oggi, per ricordare un caro vecchio amico, il Balkan Sobranie. Quanto ci manca e che segno indelebile ha lasciato nelle vite di tutti noi che l’abbiamo conosciuto, al punto che, più o meno ogni due settimane, qualcuno sente la necessità di piangerne la scomparsa e lì, tutti giù tristi a commemorare… Quanto ci manca!
Sì, il Balkan Sobranie è l’unico tabacco al mondo per cui si canta la messa di suffragio o, come mi disse un tizio, una volta, in una tabaccheria: “L’unico tabacco al mondo con in trigesimo”.
Era tanto caro, tanto caro, e lo sarebbe tanto di più oggi, se solo quella tragica mattina di ormai ventisei anni fa non ci fosse stato portato via.
Ricordo i bei momenti passati insieme, ogni incontro era un viaggio piacevole e un’occasione di imparare. Chi di noi non ha apprezzato la sua forza, il suo carattere armonioso, la sua dolcezza nei momenti più tranquilli e la vivacità in quelli più intimi.
In tanti hanno provato a prendere il suo posto, qualcuno tentando goffamente di imitarlo, in pochi ci si sono avvicinati ma nessuno è mai riuscito a sostituirlo degnamente. So di non dire un’eresia: troppe volte vi ho sentiti dire: “Ah, ma io l’ho conosciuto, lui era più buono”, oppure: “Eh, ma non è più quello di una volta” , “Oh, ma lui era diverso”. Era diverso, ma era pure il 1998 (produzione cessata definitivamente nel 2002), era tanto tempo fa, chissà se oggi sarebbe stato lo stesso. A quali compromessi sarebbe sceso? Probabilmente sarebbe stato diverso anche lui. A che vale domandarselo?
Certo, è bello provare nostalgia per qualcosa, crogiolarsi nel tepore di un piacevole ricordo e rimpiangere un’epoca che ormai non esiste più e il fatto che avvenga per un tabacco, e in quella portata solo per quel tabacco, è una curiosa vicenda, o forse è solo il manifesto di una nostalgia dell’età dell’oro che prende un po’ noi fumatori di pipa.
Ci sono altri tabacchi rimpianti: i Christmas Cheer di McClelland, qualche vecchio Dunhill, ma per nessuno di questi, nessuno, si tributa il lutto ciclico e collettivo che scatena il Balkan Sobranie, uno straordinario fenomeno sociale che andrebbe quantomeno studiato.
Perché proprio per questo tabacco? Perché ancora lo piangiamo con veemenza? Cos’aveva di tanto speciale da farlo trascendere dalla sua natura di bene di consumo per farlo diventare un semi dio? La ricetta originale è un mistero: Virginia, non si sa di che provenienza ma non affumicato, latakia cipriota e Yenidje, un orientale turco particolarmente dolce e cremoso. Qualcuno ipotizza l’utilizzo della lingua di cervo, un’erbaccia dal vago sentore di vaniglia, ma può essere tossica se assunta impropriamente, quindi personalmente dubito. In somma, il mistero resta.
Piccola nota di colore: il Balkan Sobranie è il tabacco che involontariamente ha dato il nome alla sottocategoria delle English Mixture, appunto le miscele Balkan. Albert Weinberg, fondatore del marchio Balkan Sobranie, era un ebreo rumeno naturalizzato britannico e fu proprio tra i Balcani che, a metà ‘800, cominciò a lavorare al blend del Balkan Sobranie (Sobranie in russo significa assemblea o raccolta, ma anche collezione), realizzando appunto una EM in cui predomina il latakia.
Visto l’immediato grande successo della miscela, subito sono sorti vari tentativi di imitazione, tutti con nomi più o meno simili, per ingannare gli acquirenti (erano altri tempi), ed ecco il Balkan Blend, il Balkan Mixture, l’Original Balkan, fino a identificare col generico termine balkan tutte le English Mixture in cui predominano i latakia… o gli orientali, la questione è fumosa.