L’enigma della pipa senza il rim. Riusciresti a decifrare questa sciarada?
di Paki A.
Ti va di divertirci?
Bene, quella che segue è una specie di quiz, una sfida, si spera divertente, tra chi scrive e chi legge. Definirei questa sciarada: “l’enigma della pipa senza il rim”. Un pipemaker geniale e stravagante riesce a realizzare una pipa priva del rim, senza che questa risulti sgraziata e specialmente senza che la mancanza del rim ne pregiudichi la capacità di fumare bene.
Dunque, immagina che questa pagina sia quella pipa, e che chi l’ha scritta sia quel pipemaker, tu riesci a capire qual è quel “rim” che in questa pagina è assente? Sei capace di intuire quel che manca? Perché questa è l’unica richiesta che ti viene fatta per decifrare l’enigma: capire quel che manca.
È pazzia la mia, nel realizzare questa sfida? Presumibilmente sì, magari si tratta di testardaggine, sicuramente è smania di manifestare alcunché. D’altra parte, sin dalla sua nascita, la pipa ci ha messi davanti all’evidenza che, di frequente, chi la fuma è gente abbastanza eccentrica, addirittura, in alcuni casi, dei matti inguaribili. Dunque il dilemma è naturale: per essere validi amanti della pipa è indispensabile essere integralmente pazzi?
Bertrand Russell, luminare della matematica, seguitava a fumare accanitamente la pipa perché riteneva che questa gli avesse resa salva la vita, durante un incidente. Nel 1937 fece pubblicare sul Times una velina funebre che annunciava a tutti la sua dipartita… che prevedeva sarebbe avvenuta nel 1968. Sbagliava, di due anni, perì nel 1970.
L’artista che dipinse “La terrazza del caffè di sera”, si chiamava… eh, mi prende una lieve amnesia… vabbè, lui: fumava la pipa, e che fece? Si recise una recchia e la fece recapitare alla ragazza che amava, una passeggiatrice. “Magari preferisce delle margherite – pensava Vincent – tuttavia, pure una bella fetta di faccia la farà cascare ai miei piedi!”, e invece, facile da prevedere, lei rimase raccapricciata.
La lista è lunga.
Certamente tu rileverai che per ciascun amante della pipa “stravagante” ce ne sarà una decina di migliaia di altrettanti pipari retti, sani, per dire, estranei a questa perversa statistica che cerca di affermare che la pipa è l’anticamera della pazzia.
Sì, ci sta. Magari dice bene Sigmund Freud che asseriva che la piena “sanità mentale” semplicemente è inesistente e che quella che si definisce tale è appena una pallida maschera della sanità: che anche la più “sana” delle creature umane su questa Terra, in realtà, vi appare tale, ma cela, e in alcuni casi addirittura alimenta, minime bizzarrie.
In altri termini: tutti matti.
Ti è chiara fin qui la faccenda? Sei già capace di dire quel che manca? Qual è il “rim” assente di questa pagina? Un’avvertenza che magari ti aiuta: resta in superficie. Il rim è una parte strutturale della pipa e tu bada agli elementi strutturali di questa scrittura, tralascia i messaggi che pensi intenda trasmettere. Avanti, via.
Per riprendere il tema, presumibilmente la verità è quest’ultima, quella di Freud, per intenderci. Se una verità esiste e se c’è un fine nel cercare quale sia la verità. Perché alla fine, per citare quel tale in “Alice nel paese delle meraviglie”, alla bimba che si rifiuta di andare tra i matti, spiega: “È l’unica scelta che hai, bambina mia: qui siam tutti matti. Anche tu sei matta, altrimenti saresti venuta qui?”. E, in realtà, seguitare a leggere questa mia pagina fin qui, la dice assai lunga anche su di te.
Bene, giacché sei praticamente alla fine della pagina, sei capace finalmente di capire quel che manca? Guarda che la pagina è disseminata di alcuni indizi, per aiutarti a intuire.
Niente?
Va bene, per essere più chiari e farti arrivare a capire finalmente quel che è assente, pensa al rim di una pipa, visualizza la sua figura nella tua testa, che immagine ti rammenta? Magari l’immagine di una lettera? Bene, ci sei, quella lettera lì. Cercala, riesci a vederne una? C’è?
Perché, credi che sia pazzia tentare di realizzare una pipa senza il rim e, alla stessa maniera, scrivere una pagina senza usare una lettera?
Sbagli. Pazzia è riuscirci.