Il fascino discreto della borghesia. Non è uno sport per gentiluomini, parte II

Di Pasquale Amoruso

Nel 1856 la “scoperta” della radica e del trattamento per prepararla rivoluzionarono il modo di realizzare e di fumare la pipa, non a caso da qui si parla di concezione della pipa moderna.
Il ciocco, la porzione di legno che l’arbusto di erica sviluppa immediatamente sotto la superficie del terreno, e da cui si lavorano le pipe, era un prodotto di scarto e non intendo solo da parte degli artigiani, ma proprio era uno scarto della pianta. Non tutti gli esemplari di erica arborea, infatti, sviluppano il ciocco di radica, i botanici ritengono sia la conseguenza di una lesione traumatica subìta dalla pianta, una sorta di tumore, va’.

Questo ciocco di radica, in passato, semplicemente veniva scartato, non era buono nemmeno per essere venduto come legna da ardere e il perché è tutto dire: curiosamente e banalmente, non brucia.
Un momento, ma vuoi vedere che se non brucia…? A quel punto, scarto per scarto, proviamo a farci le pipe.
Così venne fuori che le pipe realizzate con quella porzione della pianta, opportunamente bollita e stagionata, erano fantastiche.

A differenza della sua diffusione alla nascita, la sua trasformazione in oggetto di culto è stata lenta e dettata da diversi fattori, uno dei primi fu Alfred Dunhill.
Il vecchio Alfie era un un rivenditore di abbigliamento e accessori per autoveicoli che nel 1904 brevettò la “windshield pipe”, ovvero la pipa col parabrezza, che potesse essere fumata mentre si guidava un’automobile. Alle soglie del nuovo secolo i possessori di auto erano pochi e ricchi, perciò Dunhill, che non era stupido, pensò di offrire strumenti da fumo che non fossero fumapoveri. Nel 1921, la Alfred Dunhill Ltd. che intanto era diventata una tabaccheria di lusso, ricevette dal principe Edward del Galles (successivamente re Edoardo VIII) il Royal Warrant of Appointment, una sorta di patente che lo designava come fornitore ufficiale della Corona inglese.

Oh, sia chiaro, Edward fumava sigarette e per quelle Dunhill prese il mandato reale, ma parallelamente, concentrandosi sulla produzione di oggetti da fumo di lusso e contando su artigiani del calibro di Joel Sasieni, con cui poi entrò in conflitto, Dunhill andava piano piano imponendosi come fornitore per gentiluomini. Riforniva Churchill (sigari) o Rockfeller (sempre sigari) e nel Regno Unito si diffuse la convinzione che se fumavi articoli Dunhill eri un uomo di successo. L’attenzione che aveva attirato attorno al mondo del fumo lento e la competizione con aziende concorrenti che aveva favorito erano tali da contribuire alla svolta dell’industria inglese delle pipe verso un sinonimo di eccellenza e lusso, al punto che 20 anni dopo, negli anni ’40, Poul Nielsen, per ampliare la richiesta delle sue pipe, chiamò la propria manifattura di pipe danesi con un nome inglese: Stanwell.